Napoli2035

Napoli 2035 è un progetto no-profit nato nel 2017 e si propone di denunciare, tramite l’utilizzo di diversi mezzi di comunicazione, la condizione dei senza fissa dimora e la necessità di aiutare soprattutto chi non può dare nulla in cambio.

Credendo nella progettazione partecipativa (co-design) e partendo dai primi fruitori, le persone senzatetto, siamo partiti dal concetto di rifugio, inteso come luogo di interazione, da un lato, e spazio di sicurezza e privacy, dall’altro.  Abbiamo viaggiato e raccolto opinioni e critiche prima di tutto da chi vive per strada, poi, attraverso laboratori creativi, da chiunque abbia condiviso la nostra bacheca di cartone. Ci avete suggestionato, resi più forti e determinati a proseguire, ci avete arricchito con le vostre idee.  

Abbiamo chiamato questo progetto “Napoli 2035” perché è l’anno e il luogo in cui ci piacerebbe che la crisi dei senza dimora finisca. È la nostra data di scadenza. Ci auguriamo che in un futuro non  troppo lontano non esistano più gli “invisibili”.  Che ci si possa staccare dallo “specchio nero” e iniziare a guardarci di nuovo negli occhi. Uniamoci e cerchiamo di immaginare la grande città in un futuro non troppo lontano, in cui nessuno sia più costretto a vivere per strada.

Il progetto, nato come tesi magistrale presso il Master of Science in Design for the Built Environment della Facoltà di Architettura di Napoli Federico II, vuole inserirsi all’interno della rete di solidarietà già preesistente sul territorio,  creando un network di associazioni, aziende e privati.

Scorz’ – The Shelter

La Scorz’ è un rifugio portatile temporaneo. Composta interamente da materiali eco-sostenibili, essa vuole dare un riparo temporaneo ai senza fissa dimora, offrendo privacy e protezione dall’umidità e dal freddo. Progettato per essere di facile produzione, trasporto, utilizzo e smaltimento, essa viene distribuita dalle associazioni di volontari aderenti al progetto “Napoli 2035”, venduta come riparo temporaneo durante festival o eventi che prevedono aree camping e come gioco per i bambini, che la possono colorare a piacimento. 

La Scorz’ non è una casa e non può essere considerata una soluzione definitiva, ma un oggetto che vuole diffondere un messaggio di umanità e di speranza. 

In Italia, come in Europa, sono stati progettati oggetti di arredo urbano per “favorire il decoro urbano”. Essi sono tutti oggetti che poi sono stati categorizzati sotto il nome di hostile design: panchine strettissime, marciapiedi borchiati, angoli di strada con spuntoni di ferro, tutto per evitare alle persone di poter “accamparsi”. Il seguente progetto vuole posizionarsi, tra le soluzioni estreme, agli antipodi di un oggetto simile ed essere più host che hostile. Progettare qualcosa che avvicini piuttosto che respingere. Il fatto che sia composto da materiali riciclabili e deteriorabili (cartone ondulato e plastica) ha una duplice valenza. Per prima cosa non deve durare più del tempo necessario, affinché il senzatetto possa abituarsi a viverci dentro e stanziarsi. Il motivo è che per strada non si muore di fame, ma di solitudine. Il rifugio non deve essere un luogo in cui il senzatetto possa posizionarsi in maniera fissa. La cosa che più fa male alle persone per strada è dover costruire ogni giorno una precaria routine. Molti ormai sanno dove procurarsi cibo e il necessario per superare la giornata, ma non possono fare programmi a lungo termine. La voluta temporaneità del rifugio li spinge a muoversi e a trovare un alloggio, si spera sempre migliore. Possiamo comprendere il motivo per cui molti di loro non amano andare nei dormitori, ma questo non deve avere come conseguenza un totale isolamento.

Il secondo motivo per cui il rifugio “Scorza” è composto principalmente di cartone è perché in questo modo dà l’idea di un “non finito”. Alla base del disegno, c’è uno studio geometrico applicabile a più materiali, anche più performanti del cartone e della plastica. Nell’ipotesi di renderlo un prodotto adatto anche a climi più rigidi, nulla vieta di capire come industrializzarlo anche con altri materiali, ma il cartone offre la possibilità di coinvolgere aziende della filiera della carta che, essendo riciclata, porta con sé le storie delle sue vite passate, offrendoci lo spunto di parlare di riciclo come rinascita e rivincita sociale.

Parte dei materiali utilizzati per produrre i rifugi sono sponsorizzati dall’azienda Formaperta di Nicola Savarese, che ha creduto nel progetto e ci ha fornito la materia prima: il cartone ondulato a doppio strato certificato FSC. Il disegno prende ispirazione dagli origami giapponesi e si sviluppa studiando le geometria delle superfici piegabili.

“Freiwillig” – Il photo-reportage

Le fotografie di seguito raccolte sono state  selezionate insieme alla Prof.ssa Wiebke Loeper, docente di fotografia presso la Fachhochschule di Potsdam, dove il progetto Napoli 2035 si è sviluppato durante 4 mesi di Erasmus.
Lo scopo del suo corso, dal titolo “Freiwillig”, era quello di esplorare diverse forme narrative per mostrare il lavoro volontario delle persone. Il termine “Freiwillig” in tedesco significa “volontariamente”. Qualcosa che si può fare e si vuole fare senza alcun scopo se non quello di aiutare il  prossimo.  
La raccolta, in continua evoluzione, vuole mettere insieme foto scattate a Berlino, durante giornate di volontariato effettuate presso la Berliner Obdachlosenhilfe e.V., e scatti realizzati in Italia, tra Napoli e Salerno soprattutto, dove il progetto è iniziato.
La ricerca fotografica si è orientata esplorando lo spazio che esiste tra chi vive per strada e le innumerevoli stanze vuote dei migliaia di edifici abbandonati presenti non solo nel nostro territorio, cercando, al contempo il motivo che spinge molte persone a lavorare in maniera volontaria.

Homepage

Napoli 2035 è un progetto che intende denunciare la crisi dei senza fissa dimora attraverso una serie di oggetti di design e di prodotti multimediali.

Questi prodotti funzioneranno da rifugio per quelle persone che spesso vengono definite invisibili e nello stesso tempo
renderanno il problema visibile e comprensibile, con il supporto di artisti, aziende e associazioni, diffondendo un messaggio di solidarietà.

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Chi siamo

Giuseppe D’Alessandro: laureato presso il master in Design for the Built Environment della Federico II ed ideatore del rifugio, lavora inoltre come designer presso Formaperta s.r.l.  e videomaker freelance.

Ilaria Feola: scrittrice, sceneggiatrice, contadina, appassionata di fumetti  e batterista.

Jasper Precht: studente di Design alla FH di Potsdam, pittore, illustratore.

Monica Minelli: laureata in D.a.vi.mu.s, Università di Salerno, assistente di produzione.

Antonio Altieri: geek, appassionato di tecnologia e videogames, cura il sito web ed i social di questo progetto oltre a dare la sua consulenza per la graphic novel.

Arturo Squillace: professione Grafico, specializzato in miracoli! adora tutto ciò che è arte.

Marco D’Alessandro: Laureato Magistrale in Scienze Statistiche per le decisioni. Powerlifter ed appassionato di sport.

Pietro Turino: laureato in culture asiatiche, tenta di preservare le lingue e i popoli in via d’estinzione. Ama la diversità in ogni sua forma

Michela Sarnataro: Psicologa, psicoterapeuta in formazione, cura l’aspetto relazionale e psicologico legato alla condizione di disagio e di bisogno, inoltre, si assicura che Giuseppe non si convinca di stare davvero nel 2035.

Valentina Polise: esperta di storia e cultura locale, impegnata in progetti di recupero delle tradizioni popolari con scuole materne ed elementari. Ha gestito associazioni di commercio equo e solidale per la rivalutazione dei prodotti locali.

Partners:

Contatti



     

    Napoli 2035 – The Graphic Novel

    “Napoli 2035 – The graphic novel” è la storia di un’amicizia nata per le strade di Napoli in un futuro non troppo lontano.  Libero,  che vive per strada,  si sveglia sotto i portici della Galleria Principe come fa tutti i giorni,  mentre le famiglie ricche  ormai vivono in cielo, nelle loro case volanti.  Quella mattina,  però, c’è una nuova arrivata sotto i portici, Darya,  che sembra stare male e Libero,  senza conoscerla e senza mai averla vista prima,  decide di aiutarla. Nel frattempo, un enorme impianto di produzione di antimateria sta per essere inaugurato sul cratere del Vesuvio,  così grande e all’avanguardia da poter convertire la furia esplosiva del vulcano in energia e proteggere la città, ma che la criminalità locale intende sfruttare per altri scopi…

    La storia è narrata da un vecchio foglio di carta appallottolato e gettato accanto ad un marciapiede che, essendo stato riciclato più e più volte, ne ha tante da raccontare . La trama si sviluppa a seconda dei commenti dei lettori, che possono lasciare, durante le nostre attività di laboratorio e via web, dei post-it sui quali scrivere nomi di oggetti di carta a loro più cari, che diverranno le vite del foglio di carta narrante.

    I disegni del primo capitolo sono stati affidati a Jasper Precht, giovane talento tedesco e la storia prende forma grazie all’immensa creatività di Ilaria Feola, giovane scrittrice vesuviana.

    Artisti

    Immaginiamo insieme scenari futuri, cercando di  evidenziare le criticità del nostro tempo per risolverle o anticiparne delle altre in un futuro non troppo lontano.

    Riflettiamo insieme sul concetto di rifugio per arrivare ad un’architettura  composta non solo di spazi, ma di persone. Arriviamo a definire insieme un gesto, un’azione che ci definisca all’interno della rete di solidarietà, che è già presente, ma mai visibile a sufficienza. Mettiamo a disposizione la nostra arte, qualsiasi essa sia, per un fine comune: la solidarietà.

    Napoli 2035: un luogo e un tempo. Basta questo per iniziare ad immaginare futuri e dimensioni possibili e, perché no, anche impossibili.

    Se sei un artista e vuoi far parte del progetto “2035”, scrivici a [email protected]

    Donazioni